jueves, 15 de septiembre de 2011

BIOGRAFIA DI VERDI. LA TRILOGIA ROMANTICA

GIUSEPPE  VERDI (Roncole di Busseto 1813 - Milano 1901)

L'infanzia di Giuseppe Verdi trascorse nel villaggio di Roncole di Busseto, in provincia di Parma. La sua famiglia era modesta e, quindi, dato che il ragazzo mostrava talento musicale, cominciò a studiare con l'organista del paese e ad esercitarsi su una spinetta che l'aveva regalato suo padre. Grazie all'interesse di un mecenate ebbe una borsa di studio per il conservatorio de Milano, ma non fu ammesso. Così prese lezioni da un maestro concertatore della Scala, allievo di Paisiello, che lo mise in condizioni da farsi conoscere. Vinse il posto di maestro di musica di Busseto e sposò la figlia del suo mecenate. Il primo successo come compositore fu Oberto, conte di S. Bonifacio a cui seguì Un giorno di regno.
Si aprì un periodo doloroso nella sua vita dopo la morte di sua moglie e di due figli, da cui Verdi ne uscirà rinnovato e maturo nelle scelte musicali e teatrali e così nacquero i capolavori che ebbero un grande successo popolare: Nabucodonosor, I Lombardi alla prima crociata, Ernani, I due Foscari, Giovanna d'Arco, Attila, Macbeth, I masnadieri, Il corsaro, La battaglia di Legnano, Luisa Miller . E si arriva alla cosidetta "trilogia romantica" Rigoletto, Il Trovatore, La Traviata. Dopo compose ancora: I Vespri siciliani, Aroldo, Un ballo in mashcera, La forza del destino, Don Carlos, Aida, Simon Boccanegra, Otello, Falstaff .
Tra l'Aida (1871) che celebrò al Cairo l'apertura del Canale di Suez, el  l'Otello (1887) ci furono 16 anni di silenzio, interrotto dalla Messa di Requiem .
Socondo i biografi Verdi era un uomo del carattere un po' scortese e duro, poco comunicativo ed estroverso, ma buono e onesto. Tutte le opere di Verdi, ad eccezione dell'ultima Falstaff, rivelano una concezione pessimistica della natura dell'uomo e del suo destino insieme  alla sua sincera partecipazione al dramma che segna la vita di ogni persona nelle relazioni con gli altri e con il potere politico. Nel testamento lasciò molti soldi a vari istituti di carità e fece costruire la Casa di Riposo per musicisti, testimonianza indimenticabile della sua grande sensibilità e grande morale.
Il compositore più amato dagli italiani visse nel periodo del Risorgimenteo nazionale. L'Italia divisa in stati e staterelli, controllati dall'occupazione straniera, tentava di unificarsi sotto la bandiera del re piemontese Vittorio Emmanuele. Ma bisognava scuotere gli italiani dalla loro inerzia e sfiducia. Grandi romanzi, liriche, testi teatrali insistivano sulla figura del tiranno, sui mali delle dominazioni straiere, sugli esempi degli eroi romantici.
"Viva Vittorio Emmanuele Re d'Italia", condensato in "W  VERDI", urlato nei teatri e per le strade, dipinto sui muri, è l'esempio migliore delle sua popolarità. I patrioti italiani lo mettevano nelle file dei patrioti insieme a Cavour e Mazzini, e difatti fu anche senatore nel 1874 del nuovo regno.
Il pubblico e anche la censura leggeva chiaramente nelle sue opere una provocazione politica e un'esortazione alla libertà che gli costarono non pochi problemi e continue modificazioni dei testi. Tutte le vicende attuali furono quindi spostate nel tempo e nello spazio: così il riferimento all'imperatore austriaco e alle sofferenze del popolo italiano furono rintracciati nell'atmosfera della Mesopotamia di Nabucodonosor. Il coro degli schiavi "Va' pensiero sull'ali dorate"  fu un vero inno per gli italiani del Risorgimento.

Va’ pensiero sull’ali dorate,                          ¡Ve pensamiento sobre las alas doradas,
Va’ ti posa sui clivi, sui colli                         ve y pósate sobre las lomas, sobre las colinas
Ove olezzano libere e molli                           donde libres y suaves huelen
L’aure dolci del suolo natal!                          los dulces vientos de la patria!
Del Giordano le rive saluta,                          Saluda las orillas del Jordán,
Di Sionne le torri atterrate...                       las torres enterradas de Sión...
Oh mia patria sì bella e perduta!                 ¡Oh patria mía, tan hermosa, perdida!
Oh membranza sì cara e fatal!                     ¡Oh recuerdo tan querido, fatal!      
Arpa d’or dei fatidici vati                              Arpa de oro de los fatídicos vates,
Perché muta dal salice pendi?                     ¿por qué muda pendes del sauce?
Le memorie nel petto raccendi,                    Aviva la memoria en el pecho,
Ci favella del tempo che fu!                           ¡háblanos del tiempo pasado!
O simile di Solima ai fati                              O similar al destino de Solima
Traggi un suono di crudo lamento,              lleva un sonido de cruel lamento,
O t’ispiri il Signore un concento                ¡o que te inspire el Señor una palabra
Che ne infonda al partire virtù!                   que nos infunda virtud en nuestra partida!

Quando sentì la morte vicina, chiese un funerale semplice, senza fiori e senza musica. Ma quando fu accompagnato alla tomba definitiva, una folla immensa volle cantare il coro del Nabucco. Quando Verdi e la sua amata moglie Giseppina Strepponi (la prima Abigaille del Nabucco, chi dopo aver conosciuto il Maestro, abbandonò la carriera operistica per dedicarsi completament a lui) vennero traslati nella tomba definitiva, 900 coristi cantarono i cori del Nabucco e del Lombardi, considerati inni nazionali. Dirigeva Arturo Toscanini.

LA  TRILOGIA  ROMANTICA

Rigoletto ebbe la prima al Teatro La Fenice nel marzo 1851 ed è il primo capolavoro della cosiddetta "trilogia popolare o romantica", seguito da Il Trovatore (1853) e La Traviata (1853).

Rigoletto è un melodramma in 3 atti, il cui libretto fu scritto da Francesco Maria Piave, sulla commedia di Voxtor Hugo Le roi s'amuse.
Il duca di Mantova è un nobile arrogante che si diverte a corteggiare tutte le donne della città. Rigoletto, il buffono della corte, non è meno malvagio di lui: sempre pronto a prendere in giro i mariti scherniti o i padri offesi. Sua figlia Gilda sarà anche una vittima del seduttore.
Il conte di Monterone si reca al palazzo del duca e lo accusa di avere offeso l'onore della figlia; viene arrestato e mentre lo portano via maledice il duca e il buffone.
I cortigiani convincono Rigoletto a rapire insieme una contessa e lo bendano, ma solo dopo saprà che è stata rapita Gilda. La ragazza viene portata al palazzo e lì sedotta dal duca. Quando Rigoletto viene a sapere dalla figlia quello che è successo giura vendetta e incarica Sparafucile di uccidere il duca. Purtroppo Gilda è ancora innamorata del duca e si sacrifica per lui: Rigoletto apre il sacco dove crede che ci sia il corpo del duca e con orrore, scopre sua figlia. Si è compita la maledizione.

Il  Trovatore , dramma lirico i 4 atti con libretto di Cammarano sull'omonima tragedia El trovador di A.G: Gutiérrez.
Nella Spagna del XV secolo si svolge una complicata vicenda che ha l'origine nella condanna di una zingara accusata di avere stregato uno dei figli del conte di Luna. Per vendicare la madre, la figlia della zingara, Azucena, ha rapito e buttato nel rogo il piccolo Garzia, il figlio del conte. In realtà Azucena, nel suo delirio, ha scambiato i bambini e ha bruciato suo figlio.
Garzia, che non ne sa niente, è cresciuto accanto a lei con il nome di Manrico, il trovatore protagonsita. Nessuno conosce la verità, tranne la zingara, e questo tragico equivoco mette di fronte come rivalli i due fratelli, il conte e Manrico. Entrambi amano Leonora, entrambi desiderano vendicarsi: l'uno della scomparsa del fratello, l'altro della condanna di Azucena, la quale è stata riconosciuta e condannata.
Dopo molte vicende Manrico finisce in carcere e, per savargli la vita, Leonora si promette con il conte di Luna; ma poi si avvelena e muore tra le braccia di Manrico. Il conte ucciderà Manrico e solo dopo Azucena griderà finlmente che era suo fratello e la vendetta e compiuta.


                                                                                                                                    AULA ITALIANA
 
1. Scrivi adesso tu la trama della terza opera della trilogia La Traviata.


                                                                                                         BUON  LAVORO !

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