miércoles, 14 de septiembre de 2011

GIULIETTA E ROMEO: PASSATO REMOTO


 
 La storia di Romeo e Giulietta è scritta in presente ma tu devi cambiarla al passato. 
Istruzioni:      1. I verbi sottilineati vanno cambiati al passato remoto
                    2. I verbi sottolineati e in corsivo vanno cambiati in imperfetto 
                3. I numeri tra parentesi corrispondono a i seguenti verbi: (1) era cominciato, (2) vedessi, (39 dovrebbe, (4) fossero, (5) venisse, (6) soffrisse, (7) facesse



GIULIETTA  E  ROMEO

Si accendono le fiaccole, nei saloni, e la luce mette in fuga la notte.
Entrano le maschere e la casa si riempie di chiasso e risate e colori squillanti. La festa è cominciata. (1)
L’allegria del Carnevale canta forte le sue canzoni, come cicala.
I giovani di Verona son tutti qui. Vogliono divertirsi, mettersi in mostra agli occhi degli altri. Ballare.
Conoscono le musiche e i passi delle danze. Conoscono le parole garbate e i gesti cortesi. Vogliono innamorarsi.
Dopo la mezzanotte dame e cavalieri si mettono in cerchio, per l’ultimo ballo.
Romeo Montecchi, un giovane alto e gentile, la mano a una dama che non conosce: è Giulietta Cappulletti, una ragazza incantevole.
Lei lo guarda e parla con dolcezza: “La tua mano riscalda la mia”. “E i tuoi occhi” risponde Romeo, “accendono il mio cuore”.
Giulietta e Romeo s’innamorano così, tra i colori del Carnavale. Il loro è un amore improvviso, ma bello e vivo come il sole che tramonta e risorge.
Non è però un amore facile, perché le loro famiglie, i Cappuletti e i Montecchi, si odiano a morte, da lungo tempo.
Per questo, Romeo può incontrare Giulietta soltanto la sera, di nascosto, quando il buio copre come una maschera il suo viso, e lui può scivolare lungo i muri di Verona e arrampicarsi sul balcone della ragazza senza che nessuno lo veda (2) . È bella, Giulietta, alla luce della luna.
Nevica, stanotte, sulla città silenziosa. Giulietta e Romeo si scambiano parole e promesse d’amore: desiderano sposarsi, anche se il matrimonio dovrà (3) rimanere segreto fino a quando le due famiglie non si saranno (4) pacificate. Nevica. Giulietta e Romeo sussurrano la loro felicità, che è lieve e senza fine.
Al mattino la città sarà bianca come una sposa.      
         Nel monastero di San Francesco, sulla riva del fiume, vive un frate che li può aiutare. È frate Lorenzo, un uomo molto sapiente, amico di Giulietta e di Romeo, che li ascolta e accetta di sposarli, in segreto.
Un giorno di primavera, frate Lorenzo fa entrare Romeo nel suo confessionale. Giulieta già attende in ginocchia, come se volessi confessarsi. Il frate toglie la grata di ferro, in modo che i due giovani si possono guardare. Giulietta e Romeo si scambiano le parole del matrimonio e sono marito e moglie. Sul fiume si alzano gli stormi di gabbiani.
         I due sposi continuano a incontrarsi di nascosto. Aspettano che venga ( 5) il momento buono per parlare ai loro familiari e svelare il matrimonio.
Il loro amore è ogni notte più felice. Ma l’odio tra i Montecchi e i Capulletti è sempre più aspro e un giorno, per le strade di Verona, sotto la porta antica, gli uomini delle due famiglie si scontrano. Romeo si trova al centro della lotta, ma non vuole combattere, non vuole colpire i parenti di Giulietta.
La lotta è violenta. Molti Montecchi sono feriti e messi in fuga. Romeo osserva in disparte. Il volto è teso, sempre più teso, la mano stringe forte l’elsa. Le lame dei Cappulletti squarciano le vesti e i corpi. Romeo scatta. Si scaglia contro Tebaldo, il cugino di Giulietta, e lo uccide con un colpo di spada. C’è del sangue sul selciato di Verona.
         Romeo è scacciato per sempre dalla città e deve rifugiarsi a Mantova.
Giulietta piange, non fa che piangere, e quando i suoi genitori le domandono il motivo di tante lacrime non risponde.
Il padre e la madre non la capiscono. Credono che lei soffra (6) perché non ha ancora uno sposo. Non capiscono. Non sanno che Giulietta è già sposata.
Decidono allora di trovarle un marito e combinano le nozze con un gentiluomo, il Conte di Lodrone.
“Stai allegra, Giulietta! Tra otto giorni sarai la sposa di un bel giovane!” le annuncia la madre. Ma Giulietta non si rallegra. Le sue lacrime anzi raddoppiano. « Non sei contenta,figlia mia ? Ma che vorresti?”. “Morire”.
I genitori di Giulietta, preoccupati e offesi, ordinano che il matrimonio tra Giulietta e il Conte di Lodrone si faccia (7) al più presto.
Giulietta, con il cuore a pezzi, corre allora dal frate Lorenzo: “Datemi del veleno, padre, e io lo berrò”.
Il frate ascolta la ragazza e si commuove: “Non ti darò del veleno, ma una polvere potente: se la berrai, ti farà sembrare morta per quanrantotto ore. I tuoi piangeranno e ti seppelliranno nella tomba della tua famiglia. Quando l’effetto della polvere finirà, ti sveglierai, e io verrò a tirarti fuori. Poi ti travestirai da frate e andremo insieme a Mantova da Romeo. Ma sei disposta a fare tutto questo? Ti metteranno vicino al corpo di Tebaldo, che è morto da pochi giorni”. “Per raggiungere Romeo, attraverserei l’inferno”.
         È notte fonda quando Giulietta scrive a Romeo una lettera per informarlo del piano ideato da frate Lorenzo. Poi, posata la penna, beve la polvere, sciolta dentro una coppa d’acqua. La mano non trema, lo sguardo è sereno come il volto della luna. Amore e coraggio abitano nel cuore.
Domani mattina la troveranno immobile e fredda, le mani congiunte sul petto. Il medico dirà che è morta qualche ora prima, avvelenata.
Con immenso dolore, la seppelliranno nella tomba di famiglia, nel cimitero dei frati di San Francesco.
         Romeo sale a cavallo e si lancia verso Verona. Gli hanno detto che Giulietta si è data la morte col veleno. Non sa che lei è viva. La lettera di Giulietta non gli è arrivata. Il frate che l’ha portata a Mantova non è riuscito a consegnarla in tempo.
Al galoppo, Romeo ritorna nella sua città, mentre il sole del tramonto distende le ombre dei viandanti. Nel cuore nasconde pensieri scuri. Nella tasca un’ampolla di veleno.
         È sera quando Romeo, senza essere riconosciuto, entra a Verona. È notte quando s’incammina verso il cimitero, verso la tomba di Giulietta. Il cielo è nero e senza stelle.
Romeo solleva il coperchio e s’infila nel sepolcro. Ha una lanterna, che scuote ombre tramanti.
Nella tomba c’è il corpo di Tebaldo.... E c’è Giulietta, gli occhi ciechi, la bocca muta, il petto freddo. Giulietta, che era il sole e la luna, la notte e la vita. Giulietta, che è sposa. Per sempre.
Romeo si china e la bacia, piangendo. Poi prende l’ampolla e beve il veleno.
         Mentre Romeo beve l’acqua mortale, Giulietta si sveglia: le quarantotto ore sono ormai trascorse, la polvere ha perso il suo potere. Apre gli occhi. Romeo è lì. Giulietta grida e lo abbraccia, e tra mille baci lo sgrida: “Per quale sciocchezza sei venuto qui, a mettere in pericolo la tua vita? Non ti bastava sapere che la mia morte era finta, che tra poco sarei venuta da te, come ti ho scritto nella lettera?”. “Io non ho ricevuto alcuna lettera”.
         Romeo le dice del veleno, che ha bevuto per morire con lei. Giulietta impallidisce e trema e versa un mare di lacrime sul viso del suo sposo: “Potessi almeno donare a te la mia vita, e morire al posto tuo!”. “Ti prego” risponde Romeo, ormai consumato dal veleno, “quando non ci sarò più, non disprezzare la vita, ma vivi, vivi pensando a me, che muoio davanti ai tuoi occhi, innamorato della tua bellezza!”.
Ma vedendo il suo sposo morire, Giulietta muore, crolla sul corpo senza vita di Romeo, soffocata dal dolore.
La lanterna poco a poco si spegne.
         Sarà frate Lorenzo a trovare i due giovani nel sepolcro. Il frate racconterà a tutti la storia del loro amore segreto. I loro corpi saranno tolti dalla tomba e portati nella chiesa di San Francesco, sopra due tappeti. L’intera città verrà a vederli e si commuoverà.
E i padri di Giulietta e di Romeo, dopo aver pianto a lungo, si abbracceranno.      

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