domingo, 18 de septiembre de 2011

LESSICO DELL'OPERA LIRICA

LESSICO DELL'OPERA LIRICA

AFFETTO: il senso, il sentimento diverso, la passione più o meno forte.

ARIA: la bella immagine che allude a un celeste soffio della natura define l'assolo vocale di un'opera. La tipologia formale è molto complessa. Nel primo '600 emerge la semplice aria, detta canzonetta, che distribuisce lo stesso canto a strofi diverse (aaa…). Dalla seconda metà del secolo con il belcanto trionfa l'aria cosiddetta "con da capo", con due sezioni contrastanti (di testo e musica) e poi lascia l'obbligatoria replica della prima alla fantasia improvvisata dell'interprete (aba'). Dalla fine del '700 alla metà del '800 si fa strada l'aria bipartita, nella quale, in genere, la prima parte è dolce, melodica, abbastanza lenta, e la seconda, destinata a una replica con variazioni e detta cabaletta, piuttosto veloce e virtuosistica (ABB'). Inserita dapprima come contemporanea distrazione della continuità del recitativo, presto l'aria diviene il nucleo del melodramma; nel '600 e '700 di regola segue un recitativo secco (dello stesso personaggio o anche di altri) e conclude la scena; nel tardo '700 e nella prima metà dell'800 segue un recitativo secco o accompagnato, oppure sempre più spesso un'ampia scena che raccoglie vari personaggi e il coro (poi chiamato a partecipare all'aria stessa).
            Al di là della forma, l'aria si distingue per situazione drammatica: è preghiera, racconto, lamento, "di dubbio", "di pazzia", "di catene", "di tempesta" e così via; oppure per stile vocale: di bravura, di mezzo carattere, aria parlante.

ARIA AGGIUNTA: aria aggiunta dal compositore dopo essere andata in scena l'opera.

ARIA ALTERNATIVA: aria aggiunta in sostituzione di una precedente.

ARIA DI BAULE: nel baule di un cantante c'era sempre posto per lo spartito di un'aria la cui esecuzione riusciva sempre bene, dunque pronta a diventare aria alternativa o aggiunta.

ASSOLO: brano musicale affidato a un solo escutore, strumentale o vocale, in un complesso di strumenti musicali.

BATTUTA

BISTICCIO: alla fine del cantabile della sua cavatina il basso dell"Elisir d'amore di Romani e Donizetti canta "poiché in premio del mio dono / ne riporto il tuo bel cor"; ma il canto nos conosce certe pause, e le ultime due parole suonano come "Belcor" che à appunto il nome del personaggio.

CABALETTA: drammaticamente rappresenta il momento dell'aria decisivo per l'azione, scattato dopo la stasi del cantabile: così la scena, aperta nel dubbio, si chiude nella certezza.

CANTATA ITALIANA:  Nasce con la monodia como canto solista e mette alla rivalta delle forme polifoniche della canzone profana. comincerà a svilipparsi con Carissimi y Rossi. Con la scuola napolitana (Hasse, Scarlatti, Vinci, Leo) e con Händel, prenderà  la struttura dell'opera seria.
 
CANZONE: che un cantante canti è normale, in melodramma; che canti un personaggio è poco fraquente, invece. Quando comunque s'immagina che un personaggio canti proprio come canterebbe se agisse in una commedia recitata, ecco che i compositore non sa esimersi dal chiamar canzone il pezzo (ballata se il tono è più narrativo che lirico). Così la canzone di Doretta della Rondine, la canzone del velo in Don Carlos, la canzone del salice in Otello.

CAVATINA: è solo con Rossini e i contemporanei che comincia ad essere quanto sarà trionfalmente fino a Bellini, Donizetti e Verdi: un'aria bipartita che presenta un personaggio con una certa presenza vocale e scenica canteranno una, di solito nel primo atto.

COREODRAMA: il ballo ideato all'inizio dell'800 da Salvatore Viganò e variamente collegato col melodramma. Eseguito tra gli atti delle opere e applauditissimo, il coreodramma rappresentava la perfetta fusione fra la danza e la mimica, fra il virtuosismo del ballo e l'espressività del dramma.

DECLAMATO: son declamati quei rari passi d'opera che impongono alla voce cantante di recitare, come di regola le letture delle lettere e svariati momenti d'intonazione veristica ("E avanti a lui tremava tutta Roma!").

ESEGUIRE: interpretare una composizione musicale.

INTERMEZZI: l'opera del '600 era spesso eroicomica, cioé di argomento serio ma mescolato con personaggi e scenette buffe: in genere i grandi personaggi storici o mitologici si esprimevano seriamente, i loro servi invece comicamente. Quando, alla fine del secolo, soprattutto dal lavoro del librettista Apostolo Zeno, le scenette buffe, che giá si erano spostate verso la fine dei singoli atti, non furono elliminate ma staccate del corpo dell'opera e trasformate in intervalli. Intermezzi, appunto, due intermezzi per tre atti delle opere serie. Da Venezia l'abitudine si duffuse nell'Italia settentrionale e poi a Napoli.
Nei due intermezzi (spesso detti intermedi, all'antica) c'erano due cantanti buffi; le vicende erano molto semplice, spesso dispetti e litigi confluenti nella pace e nel matrimonio.
           
MADRIGALE: Il madrigali del Trecento per due o tre voci, ebbero como poeti a Petrarca, Boccaccio, Sacchetti e Soldanieri, di tematica amorosa. Ne. XVI e all'inzio del XVII divenne un genere altamente artistico di espressione manierista. I principali poeti furono Arisoto, Bembo e Tasso. I principali compositori furono  Palestrina, Verdelot, Festa, De Monte.
I madrigali di Monteverdi, Gesualdo e Marenzi appartengono alla  sua epoca tardiva: in essi ci sarà più espressività e vistuosismo. Monteverdi è il massimo rappresentante.

OBBLIGATO: si chiama così anche il recitativo accompagnato.

OPERA, OPERA BUFFA, OPERA DA CAMERA, OPERETTA

PARLANDO: un'indicazione che chiede semplicità, chiarezza di pronuncia.

PARLATO: nell'opere tradizionali a volte si usa (letture di lettere ed altri momenti drammatici o buffi).

PEZZO: il pezzo chiuso (o numero chiuso o anche forma chiusa) è  uno dei fondamenti della musica vocale italiana dal '600 fino all'800. Si tratta delle varie parti che compongono gli atti dei melodrammi: arie, romanze, rondò, canzoni, barcarole, brindisi, serenate, duetti, terzetti, quartetti, quintetti, sestetti, preludi, ouvertures, sinfonie, scene, recitativi, cori, concertanti, finali, preghiere , marce, ballabili.

RECITATIVO: percorre tutta la storia e la geografia dell'opera. Essendo il melodramma un'azione e rappresentazione musicale, il recitativo è essenziale perché è il veicolo appunto del dramma. A seconda della sua presenza o meno di strumenti, troveremo i recotativo secco e l'accompagnato.

SPARTITO: riduzione della partitura per una o piú voci e piú strumenti a una scrittura per le stesse voci e una tastiera, che viene a riassumere tutti gli strumenti.

STORNELLO: poesia di carattere popolare che s'usava improvvisare nelle campagne toscane sopra motivi ricorrenti.

SUONO: gli attributi del suono in italiano sono: chiaro, limpido <-> confuso, opaco; cristallino, argentino <-> rauco; vivace,vibrante, metallico, squillante <-> spento; cupo, sordo; piacevole, grato, gradevole <-> spiacevole, sgradevole; morbido <-> duro; dolce <-> aspro; soave, melodioso, modulato, armonioso <-> stridulo, stridente, disarmonico; alto <-> basso; acuto <-> grave; forte, potente <-> debole, fioco, fievole, tenue, sommesso, smorzato, lieve, impercettibile; articiolato <-> inarticolato; leggero <-> pessante.






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