miércoles, 14 de septiembre de 2011

VINCENZO BELLINI

VINCENZO  BELLINI

Bellini nacque a Catania nel 1801 e morì a Parigi nel 1935.
Era figlio d'arte: il nonno e il padre, entrambi compositori e organisti, furono i suoi primi insegnanti. Vincenzo aveva attitudine per la musica, a sei anni aveva scritto la sua prima composizione e così il bambino prodigio fu avviato allo studio della musica da chiesa.
Poi il giovane passò dalla musica sacra nelle chiese alle canzoni nei salotti, dove conobbe i primi successi non solo artistici ma anche galanti, favoriti da un piacevole aspetto.
Il Comune di Catania gli offrì una borsa di studio per perfezionarsi al Conservatorio de Napoli. Qui ebbe per maestro a N. Zingarelli che fu determinante nella sua formazione di compositore e lo spinse ad appronfondire lo studio del melodramma napoletano, di Haydn e di Mozart.
Visse a MIlano, poi a Londra ed infine a Parigi, sempre accompagnato del successo, anche mondano, e da una discreta fortuna economica saggiamente amministrata, ma tormentato da una malattia intestinale che troncò la sua giovane vita a soli 34 anni.
Le opere che lo hanno reso immortale furono scritte in uno spazio di otto anni, dal 1827 al 1835: Il Pirata, La Straniera, Zaira, I Capuleti e i Montecchi, La Sonnambula, Norma, I Puritani.
Bellini amò la semplicittà e la chiarezza delle forme classiche e rispettò le forme chiuse tipiche del melodramma settecentesco, percorse da una sensibilità nuova e calda che dilata la melodia anche ai recitativi in un "crescendo" lirico inimitabile.
Cantò le atmosfere lirico-sentimentali e i temi cari al Romanticismo italiano.

LA  SONNAMBULA, melodramma lirico in due atti con libretto di Felice Romani.
Prima rappresentazione: Teatro Carcano di Milano il 6 marzo 1831.

In un villaggio della Svizzera, la giovane Amina sta per festeggiare le nozze con il suo promesso sposo Elvino ma, per gelosia, Lisa, la padrona dell'osteria, innamorata di Elvino, accusa Amina di esserci recata di notte dal Conte Rodolfo, un gentiluomo tornato al villaggio dopo anni di assenza.
In realtà la povera Amina è sonnambula e le capita nel sonno di passeggiare fuori di casa inconsciamente; ma Elvino non si lascia convincere dalle sue proteste di innocenza e rompe il fidanzamento.
Finalmente Teresa, la madre adottiva di Amina, riesce a provare l'inganno di Lisa nel momento in cui Amina stessa, nel sonno, sotto gli occhi di tutti esce di casa stringendo al cuore un fiore appassito dato da Elvino. Finale rosa con le nozze dei due giovani.


                                                                                                                                      AULA ITALIANA

1. Scrivi adesso tu la trama di un'altra opera di Bellini. 

                                                                                                                                    BUON  LAVORO !

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